Tommaso
Kim Rossi Stuart.
Jason Bradford Priestley.Questi nomi vi dicono niente?
Per me sono stati un incubo. I semi di traumi tutt’oggi rigogliosi.
Jason Priestley fu “Brandon Walsh” in quel cancro su pellicola chiamato “Beverly Hills 90210” regalatoci dal buon Darren Starr.
Fu il primo vero teen drama, padre prolifico genere che poi ci deliziò con “Dawson’s Creek” e continua tutt’ora a sorprenderci con tante leccornie.
Un giorno il karma te la farà pagare, Starr.
Appassionato di corse d’auto e pilota, anni fa si distrusse la faccia e rischiò la paralisi in seguito ad un grave incidente.
Purtroppo è stato ricostruito ed oggi è un attore e regista senza infamia e senza lode.
Kim Rossi Stuart invece è diventato famoso con “Il ragazzo dal Kimono d’oro”, un pietoso plagio italiano di “Karate Kid”.
Negli anni ha interpretato ruoli discretamente importanti, come quello de “Il Freddo” in “Romanzo Criminale”, o l’omonimo criminale pluriergastolano in “Vallanzasca – Gli angeli del male”.
È anche stato un Gesù Cristo che vatte un vecchiariello-Satana (grandissimo momento di televisione).
Ma tanto, molte di voi lo ricorderanno umidamente solo per aver interpretato il principe Romualdo, in “Fantaghirò”.
Pure lui è attore e regista, ha due cognomi e si è sfracellato,
ma con la moto.
Hanno anche altre cose in comune, come l’essere papà, avere il cazzo ed essere nati entrambi nel ’69.Il punto però non è questo.
Beverly Hills 90210 e Il ragazzo del Kimono d’oro sono state le prime cacate che ho visto con mia sorella.
#fertilityday: il 22 Settembre sborrale nel cuore.
#fertilityday
Sugli aspetti seri della questione non è il caso di fare nemmeno mezza riflessione, sarebbe imbarazzante e ridicolo, anche per gente come noi.
Davvero.
Mi cascano le palle, mentre io vorrei conservarle nel caso le spore che custodisco nei coglioni trovino – un giorno – le condizioni ambientali adatte per germinare in qualcosa che si limiterà a cacare e mangiare per tutto il primo anno di vita, per poi passare – crescendo – a cacarmi il cazzo e deludermi votando Lega Nord.
Gioia e giubilo.
Quindi, avanti con le fesserie!
#UN
Salta subito all’occhio che #feritlityday è un nome di merda. Su questo possiamo essere universalmente d’accordo.
Usare inutili inglesismi solo per sembrare più “catchy” (che Zeus mi fulmini) riesce nell’impossibile impresa di risvegliare in me il latente fascismo che non sapevo nemmeno di ospitare nell’animo di chimiemmuorto.
Amo la lingua della sterlina e la preferisco negli ambiti tecnici, quando l’italiano (causa traduzioni al risparmio affidate a cani) risulta sovente ambiguo e poco scorrevole, però l’autarchia linguistica fascista almeno fa sorridere!
Non è da sottovalutare che fu opera, tra gli altri, dell’ardito D’Annunzio, antesignano della figura dell’amministratore di supporti audiovisivi atti alla commercializzazione sociale (social media marketing manager), dannatamente bravo nel cesellare persuasione e gusti del pubblico sullo stesso gioiello letterario, a differenza degli odierni “colleghi”, cianciugliatori all’albionica maniera di parolette forestiere raccattate balordamente gingillandosi in deplorevoli esotismi!
Cani traditori!
Subumani vilificatori dell’italica favella, giacché sia essi stessi che il lorotargetbersaglio, padroneggiano goffamente solo quattro vocali su cinque!Come dimenticare la “Bevanda arlecchina”, oggi divenuta un vezzoso “cocktail”.
Viceversa, l’abuso di inglesismi e inglesizzazioni mi causa reazioni autoimmuni alle gonadi e perdite di tempo, che tante volte non solo devi tradurre comunque il termine, ma pure spiegarne il significato in italiano, perché chigliemmuorto.
C’erano una moltitudine di alternative per il nome delle campagna, per esempio #giornatadellafertilità sarebbe stato meglio (anche se avrebbe fatto schifo lo stesso) oppure, puntando tutto sulla malizia, anche un bel #saltodellaquagliasbagliato o un lapidario #creampieday (che essendo slang, va bene pure in inglese), avrebbero fatto la loro (s)porca figura.
#DEUX
Ammirate il bruttissimo logo!
Volendone fare una disanima tecnica, possiamo dire che è veramente brutto, ma quale disanima tecnica vogliamo fare?
Più lo guardo e più cresce in me il disagio.
Nella sconfinata matrice di lettere che è la mia mente (un po’ Matrix, un po’ Ruzzle) si forma e disfa continuamente la stessa frase:
«Il 22 Settembre sborrale nel cuore.»
Che è comunque un grande slogan.
#TROIS
Tecnicamente possiamo analizzare il
fontcarattere utilizzato:Jokerman.