• Esizialesimo,  Umani Casi

    DIECI ragioni per le quali “pensiamo” in bagno.

    Il corpo umano è una macchina meravigliosa ed affascinante,

    bella da guardare, interessante da kanoscere e soddisfacente da paccheriare.

    Sull’argomento ci ha fatto una serie di documentari Piero Angela nel 1990, prima dell’avvento del web,

    l’ho letto su wikipedia.

    Anche gli altri organismi viventi non sono da meno, alla fine è solo una questione di preferenze sessuali e chi sono io per giudicare l’amore?

    L’importante è assicurarsi che l’oloturia che avete cercato di sedurre fosse consenziente o che per lo meno non vi abbiano visto e non ci fossero telecamere di videosorveglianza.

    Tutto questo vale fino a che lo si studia sui libri.
    Nell’istante in cui si chiude il Netter e dalle illustrazioni si passa a guardare davvero dentro i corpi, ci si rende conto che esiste anche il brutto, l’orrido e lo schifo.

    Non in senso letterale, sguarrando orifizi e sfinteri per zoomarci con la telecamera e guardare meglio, come si farebbe dallo spioncino di una serratura dopo averci sparato una fucilata (cioè anche, c’è a chi piace, chi sono io per giudicare tali pratiche?), ma in senso figurato, immergendosi a fare snorkeling in quella palude stagnante che è la mente umana, capace di tradurre gli incubi in realtà, compiendo atti scellerati.

    Il bagno è forse il luogo dove trascorriamo più tempo dopo il nostro letto. È anche il primo luogo dove ci rechiamo appena svegli, nel quale, per pochi istanti, continuiamo a vivere in bilico tra l’onirico eco dei sogni e degli incubi che stavamo facendo e la cruda realtà, che comincia a dare forma ai primi pensieri e alle prime riflessioni della giornata (se si escludono le bestemmie proferite al suono della sveglia).

    È proprio per questo che, mentre ivi stiamo facendo quello che dobbiamo fare, cerchiamo di distrarci e mantenerci impegnati in vari modi:

    Giocando con lo smartphone, scaccolandoci, leggiucchiando libri, fumetti, giornali, riviste, completando cruciverba o analizzando l’etichetta del nostro balsamo all’hennè e all’olio di nocciola.

    In bagno l’orrore ci circonda in maniera più asfissiante e i pensieri ci assaltano con più vigore, quando siamo più vulnerabili, mentre noi cerchiamo di occupare la mente per sfuggire loro, fosse anche solo che per poche ore.

    Ma questa non è una digressione sul valore intimistico ed antropologico della defecazione, state tranquilli.

    È che ogni volta che mi sveglio e vado a drenare la mia vescica del suo contenuto color vogel 2, osservando il water, mi si ripropongono spesso gli stessi due interrogativi sull’anatomia e sul comportamento umano delle persone con cui vivo, senza che riesca a darvi risposte soddisfacenti.

    Non mi riferisco ai quotidiani incidenti domestici, come delle banali gocce di urina sulla tavoletta del water, quelle non mi preoccupano, che tanto io c’ho il cazzo.

    Sia chiaro, non è che mi piacciano, potrebbero anche pulirle quegli stronzi, ma se ci pensate, a meno che non viviate nel bagno di piazza Garibaldi (e a quel punto avreste ben altri problemi) o che un vostro coinquilino abbia un’infezione urinaria così violenta da fargli perdere essudati, sangue e pezzi di sé mentre si trascina a passo da zombie (e a quel punto avreste ben altri problemi), non è che siano particolarmente rischiose per la salute.

    L’urina non è un mezzo ideale per la vita e la proliferazione batterica. Non dico che non sia possibile, ma pensate a tutto quello che avete intorno a voi…

    Miceti, protisti e batteri in ogni dove, che escono dalle abitano sulle fottute pareti!

    Queste sono Emiliania huxleyi, un coccolithoporo che vive nell'oceano e non nel tuo bagno. Ma non è detto...
    Queste sono Emiliania huxleyi, una specie di coccolitoforo che vive negli oceani, non nel tuo bagno. Ma non è detto, se ti impegni e crei un ambiente salmastro nel bidet, forse puoi sperare…

    Dalle fughe tra le piastrelle, al piatto dello doccia, passando per la rubinetteria. Sulle asciugamano con le quali vi nettate la faccia, sugli spazzolini che vi infilate in bocca, sulla carta igienica che toccate spasmodicamente con le vostre operose dita umidicce o nutellose.

    Ogni volta che, dopo aver fatto quello che dovete fare, tirate lo scarico, create un micro anticiclone delle Azzorre che nebulizza e diffonde milioni di batteri fecali ed altre amenità nell’ambiente circostante.

    • È per questo che si consiglia di farlo con il coperchio del cesso abbassato.
    • È per questo che i dentisti consigliano di avere sempre il cappuccio sulla spazzolino, tenerlo lontano dal water e cambiarlo con una certa frequenza.
    • È per questo che gli ottici consigliano di non lasciare MAI le lenti a contatto in bagno e meno che mai i porta lentine aperti, sulla mensola del lavandino.

    Eppure sono errori che continuiamo a commettere.

  • Deontologia della barbarie

    EXPO Milano 2015, con Megabus.

    EXBOH

    #PREMESSA:

    Sono disamorato, indifferente e freddo, agli occhi di un osservatore esterno.
    Non ne tengo quasi più in cuorpo di niente.
    Sono assai depresso e ho l’entusiasmo che soffre di eiaculazione precoce.
    Mi sento impotente di fronte alla mia vita e fatico a prenderla in mano.
    In compenso, a prenderlo in culo da essa sono così bravo da domandarmi se io non sia stato, in una vita passata, un lubrificante a base siliconica.

    Basta metafore sessuali però, che la paranoia comincia a stringermi nelle sue spire, ed essa è una che «Io non faccio l’amore. Io scopo. Forte» – Mr. Grey

    Raramente mi sentirete esclamare “BelloooH!” e metà delle volte, sarà comunque in tono sarcastico.

    «Perché non vai da uno psicologo, uno bravo? Non perché tu sia così grave, ma se non è bravo non ti serve, finirà solo di distruggerti.» – Marina

    Perché sono pessimista, perché sono autarchico, perché sono stanco, perché non me lo posso permettere, perché non credo in Babbo Natale, perché sono orgoglioso, perché sono masochista, perché ho paura fa caldo.

    Tutto questo altera il mio modo di vedere le cose ed è probabilmente uno dei motivi per cui non mi piace mai/più niente.

    Eccetto le critiche.
    Quelle mi piacciono, anche se non sono costruttive, soprattutto se caustiche.

    Adoro nebulizzare bile nell’aere ed ironizzarci, mentre in controluce si formano deprimenti arcobaleni grigi.
    Ah, mi piace pure il nonsense.

    Siccome non posso stare a spiegarlo ogni volta per contestualizzare quello che scrivo, riassumerò questa premessa usando l’espressione Perché fa caldo™”

    * * *

    #MISSION…

    Grazie a ciò che rende l’italia un grande paese conosciuto all’estero, cioè i favoritismi, le conventicole, le amicizie, le zizze, i patrocini e NeK, sono andato all’EXPO 2015 con ingresso (39€) e viaggio (6€, con megabus) pagati.

    In pratica mi sono mangiato 45€ della Regione Campania, con la scusa di andare a fare presenza ad un convegno su dei nutraceutici nati dalla collaborazione di tre università.

    È non pubblicizzerò niente di tutto ciò! Perché sono un rivoluzionario! Odio la lobby delle università, quella dei nutraceutici, dei cosmetici e dei cibi fortificati!
    SONO DEI TERRORISTI! (cit.)

    Visto come sono eroe romantico e titanico che si erge contro il sistema?
    Visto come sputo, sprezzante e sornione, nel piatto dove ho mangiato?
    DONNE! Ma non vi faccio un po’ arrapare, come un Varoufakis dei poveri coi capelli ancora lunghi?

    Al convegno però ci sono andato. Con l’orecchino a zincaro (a rischio di finire sotto una ruspa), i capelli sciolti e arruffati tutti aDDrogato e questa sobria maglietta rossa con l’hulkbuster armor di Iron Man.

    iron man
    So catchy!
    Ancora nessun eccesso di lubrificazione nelle parti intime?
    Ma come! Sono così provocatore, coraggioso e sicuro di me!
    Si sa che il rosso è il colore di chi osa!

    Dopo dodici ore di viaggio, tutto sudato e feromonico, con solo un anti-traspirante al cetriolo e tè verde (confezionato in una disdicevole forma di cuneo anale) a proteggere il mondo dalle mie ascelle.

    anti traspirante
    Non solo coraggioso, ma anche con spirito di sacrificio! L’odore del cetriolo mi fa strizzare gli occhi come ai gatti, ma per salvaguardare le narici del prossimo, questo ed altro! Come fate a non amarmi?
    Se, al solo pensiero, non vi state sgrillettando il basso ventre,
    arrossendo in volto e ammirando soddisfatte il vostro smalto cupcake imperlato di secreto vaginale,
    siete delle brutte persone!

    In tutti i modi, è stato interessante, nonostante resti dubbioso sulla reale efficacia del prodotto pubblicizzato (ve l’avevo già detto che era una marchetta, no?), ma c’è anche da dire, a costo di dar ragione a mia mamma, che non è che io sia un padre Terno™, forse non capisco un cazzo, ma di questo non voglio parlare, Perché fa caldo.

    Ho però imparato una parola nuova: Bellessere”.

    Il succo del discorso, è stato che oggi le persone chiedono al mondo della medicina allargata non solo il benessere, cioè stare in salute, ma anche il bellessere, cioè sembrare belli, giovani e più in salute rispetto alla propria età.

    Questo mi ha gettato in una profondissima spirale di pensieri e divagazioni sul senso dell’estetica.

    Estremizzando, se fosse meno ipocrita, la gente ammetterebbe semplicemente di voler scopare con partner giovani e belli fino a che non muore di vecchiaia e la risposta più corretta a questo bisogno verrebbe dalla prostituzione, senza andare a sfruculiare la medicina sull’importanza della cosmetica.

    Però pare brutto dirlo.

    Il resto ve lo risparmio.

    Perché fa caldo™.

    L’unica consolazione è stata che, cercando “bellessere” su treccani.it, non ho trovato il lemma, quindi questo neologismo di Enzo Spaltro non è ancora così diffuso e forse ho il tempo di ammazzarmi prima che lo diventi. Forse.

    * * *

    #EXBOH?

    Le critiche sull’Expo sono partite almeno quattro anni fa, quindi non mi va assolutamente di ripetere cose già dette e ridette, Perché fa caldo™.

    LE COSE BELLE O COMUNQUE SCOPABILI.

    Come logistica e collegamenti, lo spazio fieristico è grandioso, spero non venga dimenticato nei prossimi anni.
    È Strutturato in una maniera a prova di idiota, poiché hanno deciso di adottare un design consolidato ormai da millenni: Il cardo e il decumano.
    Ci sono decine di fontanine con acqua fresca ed ancora devotamente ringrazio inginocchiato i progettisti responsabili di ciò, perché mi hanno salvato la vita almeno tre volte. Tantissimi i cestini per la raccolta differenziata, che uniti alla civiltà dei visitatori, hanno fatto si che non vedessi mai immondizia in giro. In numero sufficiente e ragionevolmente pulite le toilette. C’è stata soltanto un po’ di congestione all’ingresso, tra perquisizioni e body scanner, ma vabbuo’ pe n’euro!™ (ah già, so 39€), in fondo era sabato.

    L’albero della vita, un po’ il simbolo della manifestazione, non è affatto male. Certo, nelle immagini che circolavano, pesantemente ritoccate e studiate nei minimi dettagli, sembrava meglio, ma ormai sono abituato alle maledette aspettative pompate dalle foto, quasi l’80% delle ragazze che conosco sui social, sembrano fiche fotoniche, poi invece certe ces-

    Non divagare!

    L’ALBERO! L’albero è carino.

    È un frullato di 37 metri fatto con uno stendino Foppapedretti molto naïf, l’albero azzurro, mezzo villaggio dei puffi, almeno due Frecce Tricolori, un furgone di pastelli a cera, legno Ikea q.b, guarnito con una fetta di luminarie di natale e una spruzzata di colori acrilici. Tutto servito su uno specchio d’acqua.

  • Esizialesimo,  Vedo Cose - Mi faccio di Gente

    Welcome.

    Anni fa, tornando da una di quelle serate esiziali in cui non avevo bevuto abbastanza birra per potermi spegnere nel letto, ma comunque troppa da permettermi il lusso di lasciare il cervello acceso e libero di soffermarsi sempre sulle solite fratture, cercai distrazione e rimbambimento nel tubo catodico.

    Non lo faccio spesso, ma guardare la tv di notte, in stati vagamente alterati di coscienza, è un gesto di cui ho mantenuto viva la tradizione con una certa costanza.

    Di giorno servirebbero gli antidolorifici.

    Fosse stato ancora il 2000, prima del digitale terrestre, mi sarei probabilmente fermato su un canale regionale (“Tele Akery”, già “Tele Acerra”, sempre nel cuore!), avrei trovato Maya Gold, direttamente dalle scuderie del Diva Futura Channel del compianto Schicchi, e la mia nottata sarebbe finita con un rinfrescante bidet col chilly mentolato.

    (A dirla tutta, era più la trasgressione di guardare un live show per adulti che altro, perché a parte qualche capezzolo, fondo schiena e sguardi ammiccanti, non c’era niente che oggi non si trovi in tutte le fasce orarie, pure al supermercato. Per fortuna.)

    maya gold
    Ho cercato una foto di Maya Gold su google immagini e, quando il mio occhio lì in mezzo ci ha visto pure Madre Teresa, sono caduto in un buco nero urlando: «Ma Perchééé???»

    Invece trovai un film.

    Ne ho visti parecchi in situazioni del genere, sia classici che pellicole meno conosciute. Ogni volta mi sono chiesto che li comprino a fare i diritti se devono trasmetterli alle tre di notte, mentre durante il giorno son tutte vite in diretta, genti che cucinano e carlocontame vario, tra quiz, spettacoli, concerti e cuolli di cazzo per la beneficenza al 4888.

    Solo per citare qualche felice scoperta:

    • The Jacket, thriller psicologico con una Keira Knightley non ancora secca come a ‘na ietteca.
    • Waking Life, un trip assurdo in rotoscope. Eccone un pezzo:

       

    • Il velo dipinto, film drammatico sul rapporto di coppia, incorniciato in una Shangai anni venti straziata dal colera, con Naomi Watts ed Edward Norton.
    • Gridlock’d, commedia drammatica, con Tim Roth e la buonanima di Tupac, che tocca ironicamente temi pesanti (tossicodipendenza, razzismo, aids, burocrazia e incongruenze del sistema sanitario statunitense).
    • L’adattamento per tv di Cuore di Tenebra di Conrad, con Tim Roth e John Malkovich. Deludente in verità, ma Malkovich come Kurtz merita:
      «Ti avverto, se continuerai a guardare il mondo attraverso le opinioni degli altri, tutto quello che troverai dentro di te saranno solo le opinioni degli altri. Pensa con le tue viscere oltre che con il tuo cervello.»
    • Snack Bar Budapest, stranissimo dramma noir di Tinto Brass, con Giancarlo Giannini, Carlo Monni e un giovane Giorgio Tirabassi, nel ruolo di “Er Papera”.

    * * *

    Il film che beccai quella volta fu Welcome.

  • Crasi VostrEH,  Deontologia della barbarie

    Il Web mi fa Eco nella testa.

    Giugno, 5:07 a.m, forse venerdì, Internet.

    Articolo Aggiornato: m’ero perso un pezzo dell’intervento, meno citato. Perdono.

    Discutevo da giorni con amici di cose che sono successe e quando non lo facevo, loro comunque ne discutevano con me, quindi ad un certo punto è stato d’obbligo dire qualcosa, così tra le voci che oggi mi fanno eco nella testa, almeno c’è pure la mia.

    Tanto le notizie alla fine ti raggiungono, anche se ti imboschi a smartphone spento in una foresta di bambù nel Sichuan, perché ci sarà sempre uno che verrà a fotografare i panda e ti taggherà, con geolocalizzazione attiva.

    Ci stanano i terroristi così, vuoi che non mi trovino gli amici per parlarmi o il padrone di casa per l’affitto.

    Mestamente cedo e mi costringo a farmi un’opinione su cose di cui non me ne fotte, ponendomi domande esistenziali 2.0 poco profonde.

    È il Web che me lo chiede. Indignato.

    Perché aprirsi un account Instagram/Facebook/Twitter/Google+ ?
    Perché aprirsi un Blog? Un canale Youtube? Un profilo su Badoo? Un negozio di cover di iPhone?

    «Perché oggi è fondamentale avere una strategia di webmarketing e puntare sul lato social, sulla seo, sulle infogra-

    NO!

    Usando le parole che avrebbe usato Freud, maestro unico di psicologia, etologia e biologia (la crisi…): «Per chiavare».

    Nel senso proprio di riprodursi. Pure quando lo fai col preservativo. In fondo è il più innocuo degli inganni che ci propiniamo.

    Quando leggiamo una storia, nella nostra mente fantastichiamo di essere un eroe che uccide draghi e salva principesse, così ci svaghiamo e ci rilassiamo.
    Pure se sappiamo che non sta accadendo davvero.

    Quando copuliamo usando contraccettivi, nel nostro corpo fantastichiamo di starci riproducendo, così ci svaghiamo e ci rilassiamo.
    Pure se sappiamo che non sta accadendo davvero.

    (E se accade davvero, vabbuò, hai fatto il guaio, che sarà mai! Mica è ‘na malattia…)

    Questo paragone incidentale, mi fa capire perché di libri se ne vendano sempre meno, ma i preservativi vadano ancora forte.

    Diamo per assodato che c’è questa esigenza comunicativa, per eviscerarne i motivi,  si contatti Freud.

    «Non so bene cosa voglio dire, ma quando lo dirò voglio che tutti mi ascoltino complimentandosi, perché lo specchio s’è scocciato di parlarmi.»

    Pubblicare video in cui si fanno cose, foto di tutto, sbaniare o condividere roba d’altri è diventato semplicissimo e, a parità di scarso impegno, restituisce più soddisfazione dello scrivere, sensatamente e verificando le fonti, di argomenti che si conoscono. Quindi tanta gente lo fa.

    Posso descrivere in maniera tanto carnale quanto poeticamente soave la bellezza e l’estasi erotica di un seno nudo, come nemmeno Dante su dettato di Saffo avrebbe saputo fare, ma un’underboob piglierà sempre diecimila volte più like*. Figurati due. Quindi tanta gente lo fa.

    *A meno che tu non sia un cantante famoso, un’opinionista e web influencer (che brutta parola!) o un famoso semiologo, filosofo e scrittore italiano di fama internazionale. In questi casi, anche se fai un peto, c’hai 32 mila persone che ti dicono “bravoH!”, 23 mila che ti dicono “stronzo!” e svariate migliaia che ti dicono “zoccola!” augurandosi la tua morte. Pure se sei maschio. Ma l’importante è che se ne parli, perché i pagamenti sono in base alle visualizzazioni.
    Morandi, Lucarelli ed Eco. Tre persone con uguale diritto di parola.
    Tre persone che hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel. Come tutti (almeno nel mondo civile).

    A questo proposito, qualche giorno fa, per come la vedo io, Umberto Eco s’è ‘mbriacato forte.

    Come tutti noi quando ci ‘mbriachiamo forte, ma con più stile, si è messo a sbaniare contro i tempi che cambiano, la tecnologia, i social network, la stupidità sempre più imperante.

    Come tutti.

    Perché se tutti ci adeguiamo alla società per poter chiavare, tutti ci rifugiamo nel passato per la paura di morire.

    Tutti.

  • Deontologia della barbarie,  Umani Casi

    La Vespa cinese che viene a rubarci lavoro e donne.

    …e pure il lavoro delle nostre donne e le donne delle nostre donne! Maledetti cinesi!

    Il 30 Maggio 2015 è uscito un pezzo ( ed è meglio non specificare di cosa) su un importantissimo sito di news che ogni persona sulla faccia della Terra dovrebbe avere tra i preferiti:

    –> Chedonna.it <–

    Titolava così: “Allarme calabroni Killer, sono arrivati in Europa, 6 morti in Francia.”

    Calabroni-asiatici-giganti
    Ma quale killer! Avete visto che cucciola? Se la prendete per la collottola sta buona buona come i gattini! Provare per credere!

    Evitando di darvi il link per principio, vi comunico che è scritto con i piedi, probabilmente da uno sventurato affetto da ectrodattilia, già pigro di suo però, poiché è un rattoppo fatto con spago e sputo composto da brandelli di wikipedia e frammenti ed immagini presi da articoli di altri siti di news, anch’essi dall’altissimo profilo, ovviamente.

    Loro o quelli da cui hanno “preso spunto”, son riusciti a sbagliare anche il copia-incolla, selezionando male il testo da copiare, ed ecco che “Vespa mandarinia” diventa “Vespa mandarini” perché è saltata la “a”.

    Questi dannati ritmi frenetici del mondo del lavoro di oggi, quanti errori di distrazione ti fan fare! Ah ma è tutta colpa del governo!

    Grazie alla magia dell’Internet (sempre sia lodato), l’articolo ha cominciato a rimbalzare sui social solo ieri sera, 1 Giugno, dopo la tornata elettorale delle regionali che ha visto succedere tante cose, tra le quali il fatto che la Lega Nord è diventata il primo partito di centro destra.

    Certo, considerando che i dati sono solo su 7 regioni, ma inutile fare i pignoli.

    È Chiaro che la strategia di marketing invasivo anti-invasione e xenofobo di Matteo Salvini (il quale ha sfiorato l’ubiquità per riuscire ad emettere oscenità, contemporaneamente, sia in Radio, che in TV, che sui Social) ha pagato e, ad oggi, grazie a lui, tante persone prima ignorate, schifate, additate come fasciste o che votavano Berlusconi, possono uscire finalmente allo scoperto e senza più vergogna di nascondere la loro disabilità cognitiva ed ignoranza galoppante, anzi, ormai possono farne un vanto personale, andandone italianamente e virilmente fieri, come dimostra il livello dei commenti al suddetto articolo, di cui vi riporto una selezione fatta in base ai miei gusti personali, purtroppo per nulla esaustiva:

  • Deontologia della barbarie,  Esizialesimo

    Matrimonio di Selfie con Cani, Porci e noci pecan.

    ♥♥♥ L’altra sera sentivamo un miagolio provenire da dietro ai cassonetti, abbiamo cercato di ignorarlo, ma poi è uscito all’improvviso, tutto trotterellante, un batuffolino di pelo grigio che ci è corso incontro.

    Era una zoccola.
    Ci ha guardato, ha sputato ‘nterra e ha detto “Vagliù, jatevenn’ a casa, è tardi.”

    Noi abbiamo urlato in coro come Paola e Chiara ai tempi d’oro “Gatttttinooooooooo!” e non ce la siamo sentita di lasciarlo lì, con il pericolo che finisse investito da un’auto, così l’abbiamo portato a casa. Subito un tipo ha approfittato del nostro momento di tenerezza e mentre eravamo ancora intossicati da ossitocina e pensieri melensi, ad accarezzare il gattino – che si è dimostrato un po’ mordace e veramente scustumato –  ci ha chiesto se poteva scrivere un pezzo qui sul blog e gli abbiamo detto di si.
    Però è l’ultima volta eh, che mamma si incazza se gli portiamo altri gattini a casa! ♥♥♥


    L’altro ieri,

    il mio cane – che per motivi di privacy e PETA chiamerò Priscilla – mi ha chiesto di fargli un selfie.

    «Priscilla, si chiama selfie perché dovresti fartelo da sola.»

    «Ma io non ho il pollice opponibile!»

    «It’s evolution, baby!»

    «Allora fattelo con me, daiii, per favoreee!»  combo di occhioni dolci

    «Vaffanculo, Priscì, vaffanculo!»

    Priscilla comunque è una gran burlona, eccola allo scorso Halloween
    Priscilla comunque è una gran burlona, eccola lo scorso Halloween.

    Così ci siamo fatti un selfie, come due fidanzatini che si sono appena odorati il culo; che, se ci pensate bene, detto in relazione a un padrone col suo cane, fa abbastanza ridere.

    No? Non state ridendo? Cazzo me ne frega, il blog mica è mio.

    Ho fatto vedere la foto a tutti, a tutti ho detto che non ho resistito ai suoi occhi dolci, tutti, poi, stavano facendo partire una denuncia per molestie sessuali su un animale.

    «Ma non è un animale, mi parla, ragioniamo. Crede che con la fine degli accordi di Bretton Woods del 1973 sia iniziata la crisi perché non ci sono stati più nessi con le riserve auree dei paesi.»

    Tutti hanno cambiato numero e hanno chiamato il 118.

    Detto questo credo che dovrei mettere la testa a posto e trovarmi una ragazza, invece di fare selfie col mio cane.

    Lo penso da molto.

  • Deontologia della barbarie,  Vedo Cose - Mi faccio di Gente

    Lunachòc: Moscow Mule, amore, guerra e cinema di menare.

    Tendo pregiudizialmente a tenermi alla larga dai film che vincono gli Oscar.
    La vita è troppo breve per perdere tempo dietro alle cose intelligenti e cool,
    soprattutto quando ci sono così tanti film con i dinosauri ancora da vedere.
    –Stanlio Kubrick, i400calci – Rivista di cinema da combattimento, 8 agosto 2012

     

    Ho un grosso problema.

    Uno solo? Dai, non facciamo i modesti!

    O meglio ne ho tanti,  però oggi voglio parlare di questo.

    ….

    E magari pure di qualche altra cosa, poi vedo, mai stato capace a priori di decidere le cose che scrivo.

    Flusso di coscienza direbbe Joyce. Ma io non sono James Joyce,

    Bel cappottino, lo fanno anche da uomo?
    Bel cappottino, lo fanno anche da uomo?

    anche se mi farebbe piacere. Ma se sul ring con me si misurasse chissà quante ne pigliasse…

    Ma io non sono neanche Jake la Motta. Anche se mi farebbe piacere. Ma chissà se sul ring… ah no aspè. Pugile.

    Gente a cui non tenteresti mai di scippare la pensione.
    Gente a cui non tenteresti mai di scippare la pensione.

    Chiatto e vecchio, ma pur sempre pugile.

    Forse ancora ancora De Niro. Ma non sono sicuro.

    Che è, povero stro'zz dici a me, eh?
    Che c’è, povero stro’zz dici a me, eh?

    No, Ferruccio Amendola, dicevo al vecchietto a cui prestavi la voce. Tu torna in paradiso ad insegnare agli angeli il connubio tra Dixan e Vernel.

     

    Comunque.

    Visto che si parla di cinema…

    C’è un problema.

    Uno solo?

    Shhhh. Mi fai perdere il filo.