• Esizialesimo

    Anacronistica – Una Storia D’Amore.

    Alessandria d’Egitto, 50 a.c.

     

    Alessandria D'Egitto (SA), foto di Anna.
    Alessandria D’Egitto (SA), foto di Anna.

     

    Il sole sta tramontando sulla cosmopolita città, ancora brulicante di vita.

    Una brezza spira da ovest verso la costa, increspando appena la superficie del mare che, giocando con gli ultimi raggi di sole, crea mesmerici luccichii.
    Porta con sé gli odori salmastri del Mediterraneo che vanno mescolandosi ai profumi dei semi di sesamo, del cilantro fresco, dell’acqua di rose e del raù, tipici della cucina locale, mentre i gabbiani ancora strillano nei cieli e inseguono, instancabili come cyborg, le martoriate tortore.

    Un pescatore, nella sua varchetella, cala le nasse a mare e canta:

    Vicin’ o’ mare
    facimmo ‘ammore,
    a core a core,
    pe’ nce spassà.
    So’ marenare
    e tiro ‘a rezza:
    ma p’allerezza,
    stong’a murì…

    Sicuramente non è oriundo.

    Gli uomini rincasano dopo il duro lavoro nei campi, in mare, in biblioteca o in un parcheggio. Tra di loro c’è Vasile, muratore della Dacia, che, incamminatosi verso la sua umile dimora, lascia il pensier suo volare alla moglie e ai figli lontani.
    Pensa a quando metterà da parte abbastanza pezzi da otto per poter finalmente tornare a Costeşti e riabbracciarli.
    Pensa anche che sarebbe il caso di smetterla di fare “offerte” a quella sacerdotessa di Iside, perché, la sporca, gli sta svuotando costantemente anche il portafogli.
    Pensa che quindi è meglio optare per un solipsistico pescimmano, almeno stasera.

    Sull’isoletta di Faro già si sente il pungente odore di nafta, trasportata dagli addetti al faro, ormai prossimo all’accensione. Sotto l’imponente statua di Zeus o Poseidone, più tardi sostituita da quella di Helios (Mi avete sgamato! Copiavo da wikipedia, mannaggiasantella!) DJ TeofrastoK e Aristarco “Peppe” DJ fanno il soundcheck e si preparano per la seratona che li vedrà sfidarsi, a colpi di brani revival anni ’80, nel contest di silent disco bisettimanale.

    Dai vicoli del porto si ode la voce di una donna amorevole che chiama il suo gatto:

    «Miao! Smettila di correre dietro a mio figlio e vieni, la cena è pronta!»

    «Frrrrrr! Miao! Frrrrrr! Puuurrrgnao!» – Disse il gatto.

    «Mamma, posso avere qualcosina anche io?» – Disse il figlio.

    «Certo Klitennestro, le tue teste di pesce sono lì a terra nella scodella, ma leva le zampe dal tavolo, sennò m’incazzo!» – Disse la mamma.

  • Umani Casi

    Circumvesuviana: Road to EleMenti (AV)

    Domenica 2 Agosto,

    dovevo andare al concerto di Tony Tammaro nella lupesca Avellino.

    NO, non sto sfottendo, lasciando intendere che stanno in culo ai lupi e NO, non sto parlando dei “Lupi” dell’ U.S. Avellino 1912, che è rimasta in serie B (e giuro che se me ne fottesse qualcosa, mi dispiacerebbe tantissimo).

    Tentavo di non scrivere “Irpinia”, usando un sinonimo, perché, come sicuramente saprete, “Hirpini” deriva da “hirpus” e significa, ma guarda un po’, “lupo”.

    Ma il mio Consulente di Marketing si è appena stracciato una pacca il grande gluteo sx e lo ha gettato a terra, come la spugna dei grandi allenatori di boxe, perché la vostra soglia di attenzione si sta schiantando su un iceberg di indifferenza, quindi la smetto con i cenni storici.

    Dico “DOVEVO” perché mi è stato quasi imposto. I fatti sono andati così:

    «Domenica vieni con noi allora?»

    «Ma cosa? Chi sei? Perché mi hai svegliato?»

    «Domenica sera, vieni con noi ad Avellino.»
    (Si noti come sia già sparito il punto interrogativo di cortesia.)

    «NO. Non me ne tiene. A fare che?»

    «C’è il concerto di Tony Tammaro e tu VIENI

    «Poi vediamo.»

    «Non vediamo niente, vieni e basta.»

    «Non insistere, ci penso…»

    «Dai! Presentano pure il video “Lo Zoo di Bellini”!»

    «Clamoroso! Però adesso che già l’ho visto su youtube, che vengo a fare?»

    «Ci sta Luca Auanasgheps, quello ti piace!»

    «Mi piace quello che scrive, l’hai detto come se me lo volessi chiavare!
    È ‘nu bell’ome, per carità, ma non penso che si vuole far chiavare da me… po’ chi ‘o sap. »

    «Fanno il panino con il maiale che gira (arrosto)!»

    «A che ora?»

    * * *

    Non che non apprezzi Tony Tammaro, ANZI! Massimo Rispetto! È un cantanto proto bello, aTTissimo livello!
    Come tutti in Campania, avevo le cascette false originalizzate “Mixed By Erry”.

    E voi? Voi ve le ricordate le intromissioni tra un pezzo e l'altro con la suadente voce "By Erry"?

    Nelle quali, almeno una volta per lato, c’era l’intromissione di una suadente voce a ricordarci con un “By Erry!”  la paternità della copia. La mia stima per Tony T era così alta che, nel lontano 1999, comprai financo la raccolta originale oiveramenteperò™ “Tutto Tony Tammaro” al costo di 19900 lire, pari a quattro mie paghette dell’epoca, con resto di due goleador. Non so se vi è chiara l’entità dello sforzo economico.

    Tony Tammaro DoppioCD

    Detto questo però, bisogna considerare che lui suona da venticinque anni ed io l’ho ascoltato per almeno venti.

    A casa dalla cassetta,
    a scuola insieme ai compagni,
    su Canale 9, guardando Tamarradio,
    in ogni fottuta gita scolastica,
    ai concerti di paese
    e alle feste di compleanno delle medie.

    Quelle con il saccone da 5kg di Crik Crok un po’ ammosciate, nel nuovissimo gusto “sale & sale” e il chinotto.

    chino

     No, non il Chinò,

  • Esizialesimo,  Umani Casi

    I pomidori di Mordor.

    La Terra dei Fuochi continua a bruciare!

    (titolano il Corsera, il Mattino, il Fatto Qtd, Fanpage, il Manifesto, questo, quello e Mariastella.)

    GRANDE! Un nuovo capitolo del Signore degli Anelli! Già è trapelato qualcosa sulla trama?
    Ci sarà Gandalf?

    «Ma che cazzo stai dic-

    AH! Dici che ci infileranno i due maghi blu, Alatar e Pallando? Fichissimo!
    Magari li possono fare gemelli! Uno negro e l’altro bionda con due zizze tante

    -endo? Ma quali ma-

     e potrebbero far reincarnare Sauron in una discendente illegittima di Aragorn!
    Interpretata da August Ames, che tiene due zizze tante!
    Nata da un rapporto con un succube dalle sembianze di Liv Tyler,
    però con due zizze tante!

    Gandalf il Cristo

    -ghiOOOH! Tira il freno a mano al testosterone e smettila di arrattusiare!»

    Niente Oscuro Signore di Mordor?

    «No. Non ci sarà. Lo sanno tutti che è stato assunto a tempo indeterminato all’ILVA.»

    Davvero???

    «No, coglione. Ma non hai letto UNA notizia negli ultimi tre anni? Roghi tossici? Sversamenti? Discariche abusive? Ecoballe a Taverna del Re

    Taverna del Re? Dai, non prendermi in giro!
    È fantasy!

    «Non lo è, purtroppo sono questioni serie, disastri ambientali, ecomafie…»

    Che palle.
    Vado a guardarmi Tentation Island, se fai il caffè chiamami.

     …

    Dicevo,

    Ultimamente c’è stato il solito *incredibile* susseguirsi di cose che hanno preso fuoco:

    • Gli incendi boschivi in Campania, la più colpita tra le regioni.
      (Boschi di merda, che prendete fuoco come niente e fate fare una pessima figura ai campani!)
    • Gli incendi di capannoni a via Brin, pieni di qualsiasicosa.
      (Cinesi di merda, che date fuoco ai vostri giocattoli tossici per bambini pur di invaderci il mercato e renderci sterili!)
    • I peli sulle nocche delle mie mani.
      (Coinquilini di merda, che mi nascondete continuamente l’accendino buono e mi abbrucio quando preparo il caffè!)
    • Svariati incendi a Giugliano, tra le discariche ex Resit e altre zone periferiche.
      (Fuoco di merda, che ti accanisci contro una città solo per far sbariare il sindaco!)
    • Oltre che qualche esplosione di fabbriche di fuochi d’artificio, a Giugliano, ma anche nel barese, con 10 morti.
      (Materiale pirico di merda che esplodi a contatto con il fuoco!)

    Roba che a pensare male, sicuramente è colpa di queste giuglianesi esplosive, che sotto tengono la furnacella semp’ ‘nfucat’ o del famoso calore delle genti meridionali.

    Che schifo.
    Questa battuta non farebbe ridere nemmeno il pubblico di Made in S-

    MUWHAHAHAHHAHAHAHAHAHAAHAHHAHAAHAHAHAAHA!
    Mi fai muoriiiiiiiiiire! Ma come faaaaai??? C’ho le lacrime agli occhi!

    «Non stavi guardando quel reality pilotato, con i concorrenti riciclati da Uomini e Donne

    Si, ma ci sono 32 minuti di pubblicità, così sono venuto ad infastidirti.
    Posso restare?

    «NO.»

    Io invece resto e tu non puoi impedirmelo!

    «Ah no?»

    «Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris
    Italiam, fato profugus, Laviniaque venit
    litora, multum ille et terris iactatus et alto
    vi superum saevae memorem Iunonis ob iram;
    multa quoque et bello passus, dum conderet urbem,
    inferretque deos Latio, genus unde Latinum,
    Albanique patres, atque altae moenia Romae.»

    Geococcyx californianus, nemesi di Wile E. Coyote nonché metafora di fuga ad altissima velocità.
    Geococcyx californianus, nemesi di Wile E. Coyote nonché metafora di fuga ad altissima velocità.

     

     

     

     

     

     

     

     

    DICEVO.

    Tra notizie di roghi, incendi e nuove discariche abusive piene di vernici, solventi e ad altre amenità, m’è venuto un certo languorino di qualcosa di fresco e sano, così ho aperto il frigorifero e ho addentato un freschissimo pomodoro San Marzano, bello maturo, che a me quelli verdi non piacciono perché sono troppo croccanti, aciduli e un po’ plasticosi.
    Tempo di masticarlo un po’ e suggerne i ricchi succhi che mi irrigano la barba (si, mi sono vaviato…) e vengo pervaso dalla bontà del suo sapore caratterit- no aspè! Il cazzo! Sa di acqua trola di fontefogna e ha il retrogusto, amarognolo e metallico, di un’alleccata di pila elettrica!

    Tutto ciò mi riporta alla mente una petizione on-line a cui mi venne chiesto di aderire un paio di anni fa,  “proibire le colture alimentari sui terreni avvelenati dalla camorra“.

    Ti sta squillando il telefono!

    «Ah. Grazie.»

    Un mio amico che cambia continuamente operatore.
    Un mio amico che cambia continuamente operatore e pensiero.

  • Esizialesimo,  Umani Casi

    DIECI ragioni per le quali “pensiamo” in bagno.

    Il corpo umano è una macchina meravigliosa ed affascinante,

    bella da guardare, interessante da kanoscere e soddisfacente da paccheriare.

    Sull’argomento ci ha fatto una serie di documentari Piero Angela nel 1990, prima dell’avvento del web,

    l’ho letto su wikipedia.

    Anche gli altri organismi viventi non sono da meno, alla fine è solo una questione di preferenze sessuali e chi sono io per giudicare l’amore?

    L’importante è assicurarsi che l’oloturia che avete cercato di sedurre fosse consenziente o che per lo meno non vi abbiano visto e non ci fossero telecamere di videosorveglianza.

    Tutto questo vale fino a che lo si studia sui libri.
    Nell’istante in cui si chiude il Netter e dalle illustrazioni si passa a guardare davvero dentro i corpi, ci si rende conto che esiste anche il brutto, l’orrido e lo schifo.

    Non in senso letterale, sguarrando orifizi e sfinteri per zoomarci con la telecamera e guardare meglio, come si farebbe dallo spioncino di una serratura dopo averci sparato una fucilata (cioè anche, c’è a chi piace, chi sono io per giudicare tali pratiche?), ma in senso figurato, immergendosi a fare snorkeling in quella palude stagnante che è la mente umana, capace di tradurre gli incubi in realtà, compiendo atti scellerati.

    Il bagno è forse il luogo dove trascorriamo più tempo dopo il nostro letto. È anche il primo luogo dove ci rechiamo appena svegli, nel quale, per pochi istanti, continuiamo a vivere in bilico tra l’onirico eco dei sogni e degli incubi che stavamo facendo e la cruda realtà, che comincia a dare forma ai primi pensieri e alle prime riflessioni della giornata (se si escludono le bestemmie proferite al suono della sveglia).

    È proprio per questo che, mentre ivi stiamo facendo quello che dobbiamo fare, cerchiamo di distrarci e mantenerci impegnati in vari modi:

    Giocando con lo smartphone, scaccolandoci, leggiucchiando libri, fumetti, giornali, riviste, completando cruciverba o analizzando l’etichetta del nostro balsamo all’hennè e all’olio di nocciola.

    In bagno l’orrore ci circonda in maniera più asfissiante e i pensieri ci assaltano con più vigore, quando siamo più vulnerabili, mentre noi cerchiamo di occupare la mente per sfuggire loro, fosse anche solo che per poche ore.

    Ma questa non è una digressione sul valore intimistico ed antropologico della defecazione, state tranquilli.

    È che ogni volta che mi sveglio e vado a drenare la mia vescica del suo contenuto color vogel 2, osservando il water, mi si ripropongono spesso gli stessi due interrogativi sull’anatomia e sul comportamento umano delle persone con cui vivo, senza che riesca a darvi risposte soddisfacenti.

    Non mi riferisco ai quotidiani incidenti domestici, come delle banali gocce di urina sulla tavoletta del water, quelle non mi preoccupano, che tanto io c’ho il cazzo.

    Sia chiaro, non è che mi piacciano, potrebbero anche pulirle quegli stronzi, ma se ci pensate, a meno che non viviate nel bagno di piazza Garibaldi (e a quel punto avreste ben altri problemi) o che un vostro coinquilino abbia un’infezione urinaria così violenta da fargli perdere essudati, sangue e pezzi di sé mentre si trascina a passo da zombie (e a quel punto avreste ben altri problemi), non è che siano particolarmente rischiose per la salute.

    L’urina non è un mezzo ideale per la vita e la proliferazione batterica. Non dico che non sia possibile, ma pensate a tutto quello che avete intorno a voi…

    Miceti, protisti e batteri in ogni dove, che escono dalle abitano sulle fottute pareti!

    Queste sono Emiliania huxleyi, un coccolithoporo che vive nell'oceano e non nel tuo bagno. Ma non è detto...
    Queste sono Emiliania huxleyi, una specie di coccolitoforo che vive negli oceani, non nel tuo bagno. Ma non è detto, se ti impegni e crei un ambiente salmastro nel bidet, forse puoi sperare…

    Dalle fughe tra le piastrelle, al piatto dello doccia, passando per la rubinetteria. Sulle asciugamano con le quali vi nettate la faccia, sugli spazzolini che vi infilate in bocca, sulla carta igienica che toccate spasmodicamente con le vostre operose dita umidicce o nutellose.

    Ogni volta che, dopo aver fatto quello che dovete fare, tirate lo scarico, create un micro anticiclone delle Azzorre che nebulizza e diffonde milioni di batteri fecali ed altre amenità nell’ambiente circostante.

    • È per questo che si consiglia di farlo con il coperchio del cesso abbassato.
    • È per questo che i dentisti consigliano di avere sempre il cappuccio sulla spazzolino, tenerlo lontano dal water e cambiarlo con una certa frequenza.
    • È per questo che gli ottici consigliano di non lasciare MAI le lenti a contatto in bagno e meno che mai i porta lentine aperti, sulla mensola del lavandino.

    Eppure sono errori che continuiamo a commettere.

  • Deontologia della barbarie

    EXPO Milano 2015, con Megabus.

    EXBOH

    #PREMESSA:

    Sono disamorato, indifferente e freddo, agli occhi di un osservatore esterno.
    Non ne tengo quasi più in cuorpo di niente.
    Sono assai depresso e ho l’entusiasmo che soffre di eiaculazione precoce.
    Mi sento impotente di fronte alla mia vita e fatico a prenderla in mano.
    In compenso, a prenderlo in culo da essa sono così bravo da domandarmi se io non sia stato, in una vita passata, un lubrificante a base siliconica.

    Basta metafore sessuali però, che la paranoia comincia a stringermi nelle sue spire, ed essa è una che «Io non faccio l’amore. Io scopo. Forte» – Mr. Grey

    Raramente mi sentirete esclamare “BelloooH!” e metà delle volte, sarà comunque in tono sarcastico.

    «Perché non vai da uno psicologo, uno bravo? Non perché tu sia così grave, ma se non è bravo non ti serve, finirà solo di distruggerti.» – Marina

    Perché sono pessimista, perché sono autarchico, perché sono stanco, perché non me lo posso permettere, perché non credo in Babbo Natale, perché sono orgoglioso, perché sono masochista, perché ho paura fa caldo.

    Tutto questo altera il mio modo di vedere le cose ed è probabilmente uno dei motivi per cui non mi piace mai/più niente.

    Eccetto le critiche.
    Quelle mi piacciono, anche se non sono costruttive, soprattutto se caustiche.

    Adoro nebulizzare bile nell’aere ed ironizzarci, mentre in controluce si formano deprimenti arcobaleni grigi.
    Ah, mi piace pure il nonsense.

    Siccome non posso stare a spiegarlo ogni volta per contestualizzare quello che scrivo, riassumerò questa premessa usando l’espressione Perché fa caldo™”

    * * *

    #MISSION…

    Grazie a ciò che rende l’italia un grande paese conosciuto all’estero, cioè i favoritismi, le conventicole, le amicizie, le zizze, i patrocini e NeK, sono andato all’EXPO 2015 con ingresso (39€) e viaggio (6€, con megabus) pagati.

    In pratica mi sono mangiato 45€ della Regione Campania, con la scusa di andare a fare presenza ad un convegno su dei nutraceutici nati dalla collaborazione di tre università.

    È non pubblicizzerò niente di tutto ciò! Perché sono un rivoluzionario! Odio la lobby delle università, quella dei nutraceutici, dei cosmetici e dei cibi fortificati!
    SONO DEI TERRORISTI! (cit.)

    Visto come sono eroe romantico e titanico che si erge contro il sistema?
    Visto come sputo, sprezzante e sornione, nel piatto dove ho mangiato?
    DONNE! Ma non vi faccio un po’ arrapare, come un Varoufakis dei poveri coi capelli ancora lunghi?

    Al convegno però ci sono andato. Con l’orecchino a zincaro (a rischio di finire sotto una ruspa), i capelli sciolti e arruffati tutti aDDrogato e questa sobria maglietta rossa con l’hulkbuster armor di Iron Man.

    iron man
    So catchy!
    Ancora nessun eccesso di lubrificazione nelle parti intime?
    Ma come! Sono così provocatore, coraggioso e sicuro di me!
    Si sa che il rosso è il colore di chi osa!

    Dopo dodici ore di viaggio, tutto sudato e feromonico, con solo un anti-traspirante al cetriolo e tè verde (confezionato in una disdicevole forma di cuneo anale) a proteggere il mondo dalle mie ascelle.

    anti traspirante
    Non solo coraggioso, ma anche con spirito di sacrificio! L’odore del cetriolo mi fa strizzare gli occhi come ai gatti, ma per salvaguardare le narici del prossimo, questo ed altro! Come fate a non amarmi?
    Se, al solo pensiero, non vi state sgrillettando il basso ventre,
    arrossendo in volto e ammirando soddisfatte il vostro smalto cupcake imperlato di secreto vaginale,
    siete delle brutte persone!

    In tutti i modi, è stato interessante, nonostante resti dubbioso sulla reale efficacia del prodotto pubblicizzato (ve l’avevo già detto che era una marchetta, no?), ma c’è anche da dire, a costo di dar ragione a mia mamma, che non è che io sia un padre Terno™, forse non capisco un cazzo, ma di questo non voglio parlare, Perché fa caldo.

    Ho però imparato una parola nuova: Bellessere”.

    Il succo del discorso, è stato che oggi le persone chiedono al mondo della medicina allargata non solo il benessere, cioè stare in salute, ma anche il bellessere, cioè sembrare belli, giovani e più in salute rispetto alla propria età.

    Questo mi ha gettato in una profondissima spirale di pensieri e divagazioni sul senso dell’estetica.

    Estremizzando, se fosse meno ipocrita, la gente ammetterebbe semplicemente di voler scopare con partner giovani e belli fino a che non muore di vecchiaia e la risposta più corretta a questo bisogno verrebbe dalla prostituzione, senza andare a sfruculiare la medicina sull’importanza della cosmetica.

    Però pare brutto dirlo.

    Il resto ve lo risparmio.

    Perché fa caldo™.

    L’unica consolazione è stata che, cercando “bellessere” su treccani.it, non ho trovato il lemma, quindi questo neologismo di Enzo Spaltro non è ancora così diffuso e forse ho il tempo di ammazzarmi prima che lo diventi. Forse.

    * * *

    #EXBOH?

    Le critiche sull’Expo sono partite almeno quattro anni fa, quindi non mi va assolutamente di ripetere cose già dette e ridette, Perché fa caldo™.

    LE COSE BELLE O COMUNQUE SCOPABILI.

    Come logistica e collegamenti, lo spazio fieristico è grandioso, spero non venga dimenticato nei prossimi anni.
    È Strutturato in una maniera a prova di idiota, poiché hanno deciso di adottare un design consolidato ormai da millenni: Il cardo e il decumano.
    Ci sono decine di fontanine con acqua fresca ed ancora devotamente ringrazio inginocchiato i progettisti responsabili di ciò, perché mi hanno salvato la vita almeno tre volte. Tantissimi i cestini per la raccolta differenziata, che uniti alla civiltà dei visitatori, hanno fatto si che non vedessi mai immondizia in giro. In numero sufficiente e ragionevolmente pulite le toilette. C’è stata soltanto un po’ di congestione all’ingresso, tra perquisizioni e body scanner, ma vabbuo’ pe n’euro!™ (ah già, so 39€), in fondo era sabato.

    L’albero della vita, un po’ il simbolo della manifestazione, non è affatto male. Certo, nelle immagini che circolavano, pesantemente ritoccate e studiate nei minimi dettagli, sembrava meglio, ma ormai sono abituato alle maledette aspettative pompate dalle foto, quasi l’80% delle ragazze che conosco sui social, sembrano fiche fotoniche, poi invece certe ces-

    Non divagare!

    L’ALBERO! L’albero è carino.

    È un frullato di 37 metri fatto con uno stendino Foppapedretti molto naïf, l’albero azzurro, mezzo villaggio dei puffi, almeno due Frecce Tricolori, un furgone di pastelli a cera, legno Ikea q.b, guarnito con una fetta di luminarie di natale e una spruzzata di colori acrilici. Tutto servito su uno specchio d’acqua.

  • Esizialesimo,  Vedo Cose - Mi faccio di Gente

    Welcome.

    Anni fa, tornando da una di quelle serate esiziali in cui non avevo bevuto abbastanza birra per potermi spegnere nel letto, ma comunque troppa da permettermi il lusso di lasciare il cervello acceso e libero di soffermarsi sempre sulle solite fratture, cercai distrazione e rimbambimento nel tubo catodico.

    Non lo faccio spesso, ma guardare la tv di notte, in stati vagamente alterati di coscienza, è un gesto di cui ho mantenuto viva la tradizione con una certa costanza.

    Di giorno servirebbero gli antidolorifici.

    Fosse stato ancora il 2000, prima del digitale terrestre, mi sarei probabilmente fermato su un canale regionale (“Tele Akery”, già “Tele Acerra”, sempre nel cuore!), avrei trovato Maya Gold, direttamente dalle scuderie del Diva Futura Channel del compianto Schicchi, e la mia nottata sarebbe finita con un rinfrescante bidet col chilly mentolato.

    (A dirla tutta, era più la trasgressione di guardare un live show per adulti che altro, perché a parte qualche capezzolo, fondo schiena e sguardi ammiccanti, non c’era niente che oggi non si trovi in tutte le fasce orarie, pure al supermercato. Per fortuna.)

    maya gold
    Ho cercato una foto di Maya Gold su google immagini e, quando il mio occhio lì in mezzo ci ha visto pure Madre Teresa, sono caduto in un buco nero urlando: «Ma Perchééé???»

    Invece trovai un film.

    Ne ho visti parecchi in situazioni del genere, sia classici che pellicole meno conosciute. Ogni volta mi sono chiesto che li comprino a fare i diritti se devono trasmetterli alle tre di notte, mentre durante il giorno son tutte vite in diretta, genti che cucinano e carlocontame vario, tra quiz, spettacoli, concerti e cuolli di cazzo per la beneficenza al 4888.

    Solo per citare qualche felice scoperta:

    • The Jacket, thriller psicologico con una Keira Knightley non ancora secca come a ‘na ietteca.
    • Waking Life, un trip assurdo in rotoscope. Eccone un pezzo:

       

    • Il velo dipinto, film drammatico sul rapporto di coppia, incorniciato in una Shangai anni venti straziata dal colera, con Naomi Watts ed Edward Norton.
    • Gridlock’d, commedia drammatica, con Tim Roth e la buonanima di Tupac, che tocca ironicamente temi pesanti (tossicodipendenza, razzismo, aids, burocrazia e incongruenze del sistema sanitario statunitense).
    • L’adattamento per tv di Cuore di Tenebra di Conrad, con Tim Roth e John Malkovich. Deludente in verità, ma Malkovich come Kurtz merita:
      «Ti avverto, se continuerai a guardare il mondo attraverso le opinioni degli altri, tutto quello che troverai dentro di te saranno solo le opinioni degli altri. Pensa con le tue viscere oltre che con il tuo cervello.»
    • Snack Bar Budapest, stranissimo dramma noir di Tinto Brass, con Giancarlo Giannini, Carlo Monni e un giovane Giorgio Tirabassi, nel ruolo di “Er Papera”.

    * * *

    Il film che beccai quella volta fu Welcome.

  • Crasi VostrEH,  Deontologia della barbarie

    Il Web mi fa Eco nella testa.

    Giugno, 5:07 a.m, forse venerdì, Internet.

    Articolo Aggiornato: m’ero perso un pezzo dell’intervento, meno citato. Perdono.

    Discutevo da giorni con amici di cose che sono successe e quando non lo facevo, loro comunque ne discutevano con me, quindi ad un certo punto è stato d’obbligo dire qualcosa, così tra le voci che oggi mi fanno eco nella testa, almeno c’è pure la mia.

    Tanto le notizie alla fine ti raggiungono, anche se ti imboschi a smartphone spento in una foresta di bambù nel Sichuan, perché ci sarà sempre uno che verrà a fotografare i panda e ti taggherà, con geolocalizzazione attiva.

    Ci stanano i terroristi così, vuoi che non mi trovino gli amici per parlarmi o il padrone di casa per l’affitto.

    Mestamente cedo e mi costringo a farmi un’opinione su cose di cui non me ne fotte, ponendomi domande esistenziali 2.0 poco profonde.

    È il Web che me lo chiede. Indignato.

    Perché aprirsi un account Instagram/Facebook/Twitter/Google+ ?
    Perché aprirsi un Blog? Un canale Youtube? Un profilo su Badoo? Un negozio di cover di iPhone?

    «Perché oggi è fondamentale avere una strategia di webmarketing e puntare sul lato social, sulla seo, sulle infogra-

    NO!

    Usando le parole che avrebbe usato Freud, maestro unico di psicologia, etologia e biologia (la crisi…): «Per chiavare».

    Nel senso proprio di riprodursi. Pure quando lo fai col preservativo. In fondo è il più innocuo degli inganni che ci propiniamo.

    Quando leggiamo una storia, nella nostra mente fantastichiamo di essere un eroe che uccide draghi e salva principesse, così ci svaghiamo e ci rilassiamo.
    Pure se sappiamo che non sta accadendo davvero.

    Quando copuliamo usando contraccettivi, nel nostro corpo fantastichiamo di starci riproducendo, così ci svaghiamo e ci rilassiamo.
    Pure se sappiamo che non sta accadendo davvero.

    (E se accade davvero, vabbuò, hai fatto il guaio, che sarà mai! Mica è ‘na malattia…)

    Questo paragone incidentale, mi fa capire perché di libri se ne vendano sempre meno, ma i preservativi vadano ancora forte.

    Diamo per assodato che c’è questa esigenza comunicativa, per eviscerarne i motivi,  si contatti Freud.

    «Non so bene cosa voglio dire, ma quando lo dirò voglio che tutti mi ascoltino complimentandosi, perché lo specchio s’è scocciato di parlarmi.»

    Pubblicare video in cui si fanno cose, foto di tutto, sbaniare o condividere roba d’altri è diventato semplicissimo e, a parità di scarso impegno, restituisce più soddisfazione dello scrivere, sensatamente e verificando le fonti, di argomenti che si conoscono. Quindi tanta gente lo fa.

    Posso descrivere in maniera tanto carnale quanto poeticamente soave la bellezza e l’estasi erotica di un seno nudo, come nemmeno Dante su dettato di Saffo avrebbe saputo fare, ma un’underboob piglierà sempre diecimila volte più like*. Figurati due. Quindi tanta gente lo fa.

    *A meno che tu non sia un cantante famoso, un’opinionista e web influencer (che brutta parola!) o un famoso semiologo, filosofo e scrittore italiano di fama internazionale. In questi casi, anche se fai un peto, c’hai 32 mila persone che ti dicono “bravoH!”, 23 mila che ti dicono “stronzo!” e svariate migliaia che ti dicono “zoccola!” augurandosi la tua morte. Pure se sei maschio. Ma l’importante è che se ne parli, perché i pagamenti sono in base alle visualizzazioni.
    Morandi, Lucarelli ed Eco. Tre persone con uguale diritto di parola.
    Tre persone che hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel. Come tutti (almeno nel mondo civile).

    A questo proposito, qualche giorno fa, per come la vedo io, Umberto Eco s’è ‘mbriacato forte.

    Come tutti noi quando ci ‘mbriachiamo forte, ma con più stile, si è messo a sbaniare contro i tempi che cambiano, la tecnologia, i social network, la stupidità sempre più imperante.

    Come tutti.

    Perché se tutti ci adeguiamo alla società per poter chiavare, tutti ci rifugiamo nel passato per la paura di morire.

    Tutti.