DIECI ragioni per le quali “pensiamo” in bagno.
Il corpo umano è una macchina meravigliosa ed affascinante,
bella da guardare, interessante da kanoscere e soddisfacente da paccheriare.
Sull’argomento ci ha fatto una serie di documentari Piero Angela nel 1990, prima dell’avvento del web,
l’ho letto su wikipedia.
Anche gli altri organismi viventi non sono da meno, alla fine è solo una questione di preferenze sessuali e chi sono io per giudicare l’amore?
L’importante è assicurarsi che l’oloturia che avete cercato di sedurre fosse consenziente o che per lo meno non vi abbiano visto e non ci fossero telecamere di videosorveglianza.
Tutto questo vale fino a che lo si studia sui libri.
Nell’istante in cui si chiude il Netter e dalle illustrazioni si passa a guardare davvero dentro i corpi, ci si rende conto che esiste anche il brutto, l’orrido e lo schifo.Non in senso letterale, sguarrando orifizi e sfinteri per zoomarci con la telecamera e guardare meglio, come si farebbe dallo spioncino di una serratura dopo averci sparato una fucilata (cioè anche, c’è a chi piace, chi sono io per giudicare tali pratiche?), ma in senso figurato, immergendosi a fare snorkeling in quella palude stagnante che è la mente umana, capace di tradurre gli incubi in realtà, compiendo atti scellerati.
Il bagno è forse il luogo dove trascorriamo più tempo dopo il nostro letto. È anche il primo luogo dove ci rechiamo appena svegli, nel quale, per pochi istanti, continuiamo a vivere in bilico tra l’onirico eco dei sogni e degli incubi che stavamo facendo e la cruda realtà, che comincia a dare forma ai primi pensieri e alle prime riflessioni della giornata (se si escludono le bestemmie proferite al suono della sveglia).
È proprio per questo che, mentre ivi stiamo facendo quello che dobbiamo fare, cerchiamo di distrarci e mantenerci impegnati in vari modi:
Giocando con lo smartphone, scaccolandoci, leggiucchiando libri, fumetti, giornali, riviste, completando cruciverba o analizzando l’etichetta del nostro balsamo all’hennè e all’olio di nocciola.
In bagno l’orrore ci circonda in maniera più asfissiante e i pensieri ci assaltano con più vigore, quando siamo più vulnerabili, mentre noi cerchiamo di occupare la mente per sfuggire loro, fosse anche solo che per poche ore.
Ma questa non è una digressione sul valore intimistico ed antropologico della defecazione, state tranquilli.
È che ogni volta che mi sveglio e vado a drenare la mia vescica del suo contenuto color vogel 2, osservando il water, mi si ripropongono spesso gli stessi due interrogativi sull’anatomia e sul comportamento umano delle persone con cui vivo, senza che riesca a darvi risposte soddisfacenti.
Non mi riferisco ai quotidiani incidenti domestici, come delle banali gocce di urina sulla tavoletta del water, quelle non mi preoccupano, che tanto io c’ho il cazzo.
Sia chiaro, non è che mi piacciano, potrebbero anche pulirle quegli stronzi, ma se ci pensate, a meno che non viviate nel bagno di piazza Garibaldi (e a quel punto avreste ben altri problemi) o che un vostro coinquilino abbia un’infezione urinaria così violenta da fargli perdere essudati, sangue e pezzi di sé mentre si trascina a passo da zombie (e a quel punto avreste ben altri problemi), non è che siano particolarmente rischiose per la salute.
L’urina non è un mezzo ideale per la vita e la proliferazione batterica. Non dico che non sia possibile, ma pensate a tutto quello che avete intorno a voi…
Miceti, protisti e batteri in ogni dove, che
escono dalleabitano sulle fottute pareti!Dalle fughe tra le piastrelle, al piatto dello doccia, passando per la rubinetteria. Sulle asciugamano con le quali vi nettate la faccia, sugli spazzolini che vi infilate in bocca, sulla carta igienica che toccate spasmodicamente con le vostre operose dita umidicce o nutellose.
Ogni volta che, dopo aver fatto quello che dovete fare, tirate lo scarico, create un micro anticiclone delle Azzorre che nebulizza e diffonde milioni di batteri fecali ed altre amenità nell’ambiente circostante.
- È per questo che si consiglia di farlo con il coperchio del cesso abbassato.
- È per questo che i dentisti consigliano di avere sempre il cappuccio sulla spazzolino, tenerlo lontano dal water e cambiarlo con una certa frequenza.
- È per questo che gli ottici consigliano di non lasciare MAI le lenti a contatto in bagno e meno che mai i porta lentine aperti, sulla mensola del lavandino.
Eppure sono errori che continuiamo a commettere.